Adamo ed Eva: il paradiso terrestre spiegato | Come Capire
Adamo ed Eva e il moderno paradiso terrestre

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Adamo ed Eva e il moderno paradiso terrestre

Adamo ed Eva a Jermuk

Di: Simos

Data: 2025/05/24

Nel centro di Jermuk, nel parcheggio appena fuori dall'area pedonale, delle guide aspettano i turisti per portarli nei luoghi più caratteristici delle vicinanze.

Stanno vicino a grosse jeep parcheggiate a spina di pesce con il muso verso la strada, pronte per partire per l'avventura che si preannuncia quantomeno curiosa.

Davanti ad esse in bella vista sulla passeggiata, stanno cartelli pubblicitari con le foto dei luoghi dove fare escursioni nelle vicinanze, confuse dagli slogan delle offerte.

I primi giorni non volevo nemmeno far attenzione a ciò che proponevano. Mi repellono certi obbrobri grafici e sapevo già che avrei speso troppo e che nella trattativa sarei sicuramente rimasto fregato da quei navigati venditori che sapevano bene cosa e quanto proporre per averne un lauto guadagno, mentre l'occhio attento di Anastasia aveva già analizzato con sapiente attenzione trainata dal suo immanente desiderio di avventura, ogni singola meta.

La mattina dell'ultimo giorno utile del nostro soggiorno, feci notare al bravo receptionist dell'elegante Jermuk Moscow Resort, che il giorno prima avevamo pensato di andare alla cascata senza riuscirci.

Questo per via delle mie paranoie che riguardavano l'attenzione che percepivo da parte dei locali nei nostri riguardi. Lui in un ottimo inglese, mi spiegò il percorso giusto per arrivarci facilmente e mi propose anche un escursione al geyser ad un prezzo che sembrava conveniente.

Con lui ci entrai in confidenza da subito appena arrivammo in questo ex sanatorio sovietico a prendere alloggio.

Oltre a spiegarmi la strada giusta per arrivare alla cascata poco lontana, mi propose anche un'escursione in jeep al Geyser di cui mi parlava spesso Nastia. Ci disse che costava 24.000 Dram Armeni, circa 60 euro, ed io sebbene valutai la cosa archiviandola come molto costosa, lo snobbai sempre per la questione che il denaro è un bene limitato e prezioso come il tempo che vanno gestiti con attenzione ma proponendomi di valutarlo quando se ne fosse presentata l'occasione con una nuova consapevolezza.

Ci dirigemmo subito verso la cascata ringraziandolo quantomeno per la cordialità che aveva avuto fino a quel momento con noi.

La gita alla cascata fu emozionante, un posto imprevisto, un'avventura di qualche ora all'interno di un affascinante canyon su una passeggiata in cemento che correva a fianco al fiume. Fin poco dopo la cascata non ci furono grossi imprevisti e la bellezza della natura lasciata un poco a se stessa ed un arco naturale con un breve camminamento prima della cascata lasciava un che di pace e serenità.

Della cascata si racconta che la figlia di un nobile locale con una lunga capigliatura ed innamorata di un paesano, decise contro il volere del padre di non sposarsi al figlio di un nobile a cui l'aveva promessa.

Non riuscì a far valere la sua decisione ed allora si gettò dal dirupo nella cascata e da quel momento l'acqua cascata assunse la forma e l'aspetto della chioma della sfortunata giovane.

Dopo foto e video di rito sul ponticello di fronte, proseguimmo fino a trovarci davanti ad una vecchia struttura in metallo arrugginito.

Questo mostro sovietico di metallo arrugginito, una volta faceva da ponte tra una sponda e l'altra del canyon e si inerpicava da entrambe le sponde e l'arrivo dalla nostra parte era confuso tra la vegetazione.

Sotto la scala stretta e traballante ai lati correvano grosse condutture arrugginite e rotte.

Avevo la sensazione di trovarmi in un posto mai visto. Per me è una sensazione piuttosto rara perché di solito mi trovo quasi sempre in luoghi che mi sono familiari o comunque che riesco a comprendere.

Anzi mi sembrava di essere tornato in un periodo della mia infanzia dove vedevo la vita con stupore ma sentivo che avevo una migliore consapevolezza ed un controllo preciso su come dovevo affrontare una situazione del genere.

Difatti presi un respiro e mi guardai intorno per prendere dei punti di riferimento.

Sulla riva del fiume Agra c'era un pescatore in mezzo alle erbacce.

Il ponte era piegato fin vicino al letto del fiume dalla riva opposta, ma tutto sommato per le altre parti sembrava ancora molto stabile.

Cercai di capire da dove fosse arrivato il pescatore e da quali strade si poteva arrivare o fuggire.

Il viale cementato finiva subito sotto la scala e i tubi rotti mi preoccupavano un po'.

Decisi di salire perché oltre le fronde in alto sui intravedeva uno stabile ed ho pensato che ci fosse un passaggio dal quale arrivare a delle case.

Nastia mi seguì senza alcun dubbio e mentre salivamo scattavamo foto e video.

Si usciva a fianco dell'Hotel Jermuk, un favoloso albergo con SPA dal quale rimasi stupito per l'eleganza e la grande piscina interna a vista, dietro alle tre grandi vetrate oscurate che occupavano buona parte del fronte.

Proseguimmo verso il centro ma a parte entrare in un piccolo supermarket per prendere due gelati e chiedere informazioni su delle forbicette da manicure, non ricordo precisamente come siamo arrivati in hotel ed il resto della giornata fino al pomeriggio verso le 5.

Ci trovavamo proprio nel parcheggio delle guide per le escursioni e mi avvicinai curioso al primo autista che incrociai. Io parlavo ed Anastasia traduceva in contemporanea. La guida disse che era un'escursione affascinante ecc...ecc...ecc...bla bla bla e quando gli ho chiesto il prezzo lui fa "Costa 25 mila, ma se qualcuno te la fa a meno vi porto gratis!!"

Io pensavo di essere furbo e gli ho detto che in hotel ce la facevano a 24 e lui ha accettato dicendo di non dirlo a nessuno che ci ha fatto quel prezzo!

Salimmo subito sulla jeep e ci inerpicammo per una strada prima asfaltata, poi ci inerpicammo in un campo.

Ad un certo punto ci ritroviamo su di un piccolo altipiano erboso, forse un pascolo, con il panorama dell'enorme a fianco e di fronte i monti non tanto più alti rispetto all'altipiano, ma maestosi.

Poco avanti a noi un cartello ci indicava che la zona era popolata da orsi e qualche cespuglio di grandi fiori di papavero spuntava qua e là.

Appena vicini al cartello il tizio ferma la jeep e con entusiasmo ci incita a scendere.

Raccoglie velocemente dei papaveri e li porge a Nastia prendendogli il telefono per fare delle foto.

I papaveri sono molto più grandi di quelli che ho sempre visto dalle mie parti e ad un certo punto, finite le foto, li prende dalle mani di Anastasia e concitato ne apre lo stelo con i grossi pollici e inizia a dire ad Anastasia se li vuole provare. Io mi intrometto perché ho già capito di cosa si tratta. Lui eccitato me li presenta e dice "Cocainn! Cocain!". Io stupefatto cerco di capire la situazione e ciò che ha in mano, capisco, cerco di non incazzarmi troppo ma deciso punto il dito contro il fiore e gli dico "No! Eroin...a!!!".

Lui, sempre con fare concitato, annuisce ed accenna un dissimulato e orgoglioso "Heroinn!!! Heroinn!!!" e me lo porge come ad indicare mangia, ma mantenendo le distanza mi propone di assaggiare dicendo "Buono! Buono!".

Io sconcertato e preoccupato gli farfuglio un no riflettendo su come darcela a gambe e indico ad Anastasia ed a lui di salire velocemente sulla macchina per ripartire sperando di non avere altre sorprese.

In questo momento percepisco che siamo insieme ad uno sconosciuto, in mezzo ai prati alpini di un paese sperduto in mezzo all'Armenia. Prendo Google Maps e guardo la distanza da casa: 3851 KM da San Marino, ne uno di più, ne uno di meno! Cazzo! Sotto un certo punto di vista mi trovavo comunque a mio agio e decisi dentro di me che avremmo potuto proseguire.

Però c'erano sempre 27 ore di viaggio in auto attraverso Turchia, Grecia, Bulgaria, Romania, Ungheria, alcuni paesi del Balcani occidentali, Italia, Romagna, San Marino. Scappare non era possibile!

Gli dico a Nastia "Amore dove cazzo mi hai portato, siamo a 3851 km da casa" e lei non sapendo cosa rispondere l'ha buttata sul ridere, indifferente alla mia preoccupazione e tranquilla.

Oltre il dorso del colle, poco lontano, si intravedono due Lada Jigulì bianche in mezzo alle scarpate che sobbalzavano come se stessero facendo un rally.

All'inizio pensavo che si stavano divertendo tantissimo e non ci faccio tanto caso, poi dopo nemmeno due minuti, l'autista accosta a due tre ceffi Armeni che fanno gesti vicino alla loro Lada parcheggiata a bordo della nostra strada.

Blaterano qualcosa vivacemente con l'autista e Nastia mi spiega quasi subito che questi 6 orsacchiotti e l'ex poliziotto che è la nostra guida, non hanno trovato l'accordo sul prezzo per il trasporto in città. In effetti 30.000 Dram Armeni sono circa 70 euro e spicci. E sticazzi?

Intanto pochi secondi dopo, appena siamo ripartiti, quando raddrizzo la testa, l'altra Lada in marcia indietro risaliva la pista che in quel punto è ripidissima piena di grossi massi. Uno di quei ragazzi dava indicazioni a questo improvvisato intrepido pilota di rally ex sovietico. Penso proprio che siano dei comunisti! Anzi non c'è dubbio!