
La Creazione
Genesi 1:14 - Quarto Giorno
Quarto Giorno Genesi 1:14 - Quarto Giorno
Data: 2025/05/24
[14] Dio disse: "Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
Quindi cosa sono queste luci?
La luce non è forse associabile metaforicamente a quando troviamo qualcosa di interessante, qualcosa che stimola la nostra immaginazione, attiva la nostra attenzione e la nostra curiosità?
Nel buio della notte più fonda non vi è forse terrore, angoscia, smarrimento, solitudine, la nostra curiosità si fa necessità di trovare un punto di riferimento, attenti a per comprendere ciò che abbiamo attorno, a tentare di capire dove ci troviamo ed in quel luogo attiviamo tutti i sensi per cercare di trovare un rifugio e per capire come e se vale la pena muoverci?
Dove abbiamo il controllo, nel buio e nel silenzio vi è la pace, ci si ritrova in se stessi, si prova un senso di infinito, consapevolezza di se stessi, unione con il cosmo ed il mistero delle cose, capacità di estrema profondità in se stessi, estasi, mentre dove non sappiamo dove ci troviamo, ci sentiamo smarriti e senza riparo può assalire angoscia, terrore ed ogni sorta di pensieri sconnessi, idee malsane di ciò che abbiamo attorno, ricerca di un rifugio che talvolta può arrivare ad essere spasmodica, agitazione, sconforto, ira, bisogno di far valere ciò che abbiamo di forte in noi per affrontare le ombre che percepiamo ostili, per darci coraggio e renderci a noi stessi sicuri di poter affrontare l'oscurità.
Cerchiamo strategie per difenderci, furbizie per prevalere, sentiamo il bisogno di abbattere ogni cosa che ci si presenti avanti all'improvviso, sentiamo il bisogno di agguzzare l'intuito per affrontare ogni imprevisto ed ogni tranello in cui possiamo cadere all'improvviso.
Un associazione ad una narrazione biblica può essere quella di Giona nella pancia della balena, oltre che al buio più completo della pancia di un essere che l'ha ingoiato, si trova anche nelle più oscure ed ignote profondità del mare, trasportato all'interno di un essere enorme che vuole digerirci e scomporci fino a renderci letame, spazzatura, annullarci.
Qualsiasi rumore spaventa, mette in allerta, si è guardinghi per verificare che non vi sia nulla di nocivo e per evitare dall'esserne presi di sprovvista ed intrappolati, ma non vedendo altro che buio, possiamo solo cercare di percepirlo, affidandoci all'intuito, nutriti solamente dalla speranza, senza appigli che ci consentano di trovare una via o un sentiero che ci faccia trovare un rifugio o ci riporti ove si vede.
Ed è proprio la speranza che rimane quando siamo accecati, quella luce che rinasce in noi nel momento in cui ci sorge un idea, una soluzione, un rifugio.
Essa cerchiamo e per ritrovarne il sentore e per la quale abbiamo cercato durante tutta la nostra vita di costruire soluzioni per darcene un alito quando essa scompare, per riuscire a vederne la luce nonostante tutto e tutti attraverso le difficoltà che possiamo incontrare, per via del nostro complesso carattere e per via di una società di vampiri che cerca costantemente di cibarsi della luce altrui.
Quindi questa divisione, questo pregiudizio, queste regole delle quali non siamo consapevoli, imposte da qualcosa o qualcuno di sconosciuto, è posta in alto anche se può essere tanto vicino, ma in questa oscurità ne siamo inconsapevoli e non possiamo far altro che affidarci a ciò che abbiamo accumulato ed alla nostra percezione per individuarla, avvolti dalle tenebre più fitte di un enorme ignoranza delle cose esistenti.
Le idee degli uomini, anche le più intelligenti e quelle più all'avanguardia, non servono ad altro che accendere lumi troppo fiochi per comprendere verità e giustizia, realtà ed il mondo nella sua sfavillante magnificenza ed accecante bellezza.
Avvolti nelle tenebre più fitte andiamo a tentoni e vediamo solo ombre, riconosciamo le persone solo per via delle pallide luci che abbiamo trovato per strada, per via della luce che essi han scippato ad altri, di quello che abbiamo costruito per riassaporare la dolce speranza e delle quali tante volte ci vantiamo all'eccesso, inorgogliendoci di avere una luce che si spegne man mano che cala la notte più fonda nonostante che per essa abbiamo in ogni momento pregato.
Inconsapevoli pure di essere tutti prostrati in una schiavitù senza catene, senza comprendere ne chi sia il padrone ne chi sia il carceriere, approvando le assurdità più imbarazzanti, le dissociazioni più stravolgenti, dando ragione pure alle viltà più imbarazzanti ed opprimendo fino al martirio chi è capace di rendere libertà, verità e giustizia, ma essendo ciechi non possiamo sapere nemmeno dove poserà il nostro piede al passo succesivo e preferendo scansare ogni aiuto pur di trovare la soluzione che ci suggerisce il nostro maldestro intuito, tanti attestano fermamente che conviene praticare ingiustizia, la fomentano e approvano ogni sorta di inganno e sfacciate falsità.
Ma perché Dio intende metter luci nel firmamento?
Forse le divisioni non sono i confini sia fisici che interpersonali e le luci non sono forse le regole, le verità che abbiamo accettato, la giustizia, il nostro onore ed il valore del nostro nome?
Le regole sono l'applicazione stessa della giustizia, ciò che riconosciamo come tale, ciò che ci preserva dal baratro, dalle barbarie, dagli imbarazzi e dalle cose sconvenienti.
Le regole esistono per tutelare quel limite ed a cercare di impedire che esso possa essere attraversato.
A definire in maniera chiara le cose accette da quelle non consentite.
Esse sono quella luce di saggezza che ci tutela dalla notte della nostra ignoranza e ci mettono in guardia in maniera chiara da cosa sia o meno la giustizia per istruirci a comprendere giustizia, la legge ed il volere di Colui che le ha stabilite.
Sono pure quelle verità che la società ha stabilito tramite chi si è preso la briga di scovarle ed esse sono luci più o meno intense in ciascuno ed è chiaro che vi sono tanti che intendono soffocare la verità e incatenare la giustizia al loro volere.
Per taluni ve ne sono alcune più importanti, altre meno, altre fondanti ed altre alle quali farebbero volentieri a meno, per via del potere che vogliono stabilire per se stessi e per il loro cupo egoismo, applicando la più spietata persecuzione verso chi non segue quelle che limitano il loro potere e stabilite da chi non si guarda della sorte altrui.
Bisogna ricordare che vi sono infiniti cieli, come pure in tanti contesti se ne vedono solo pochi. Quindi i testi stanno parlando anche qui di tutte le cose esistenti ed ogni cielo ha regole stabilite da chi ha creato quel cielo specifico.
Ad esempio: se lego un libro di Tolkien, il mondo che lui ha creato in quel libro ha regole completamente differenti da quello "reale", ma pur esso è una cosa reale sebbene ognuno comprenda che si tratta di fantasia. Eppure esiste quello spazio mentale che ci fa gustare quella fantasia. Ed esso è un cielo.
Quindi le luci sono le verità che abbiamo compreso, sia personalmente che socialmente, come la giustizia che riusciamo ad applicare e le regole che ci è dato seguire. Ed a motivo di questo non in tutti i contesti si può applicare la medesima giustizia, gli stessi giudizi, pur quelli che riusciamo ad intuire, la medesima pace. E ciò è un dato assodato, ci vuole misericordia per comprendere la tolleranza che necessitano i singoli casi e da essa ne deriva il rispetto, dal rispetto si ottiene la pace.